si, Marco, grazie. Dicevo "fate" per non confonderle con le streghe e perché temevo che il termine anguane non venisse capito dai "foresti cinghiali" .... non perché siano stranieri ma perché i cinghiali abitano le foreste
per farmi perdonare ecco una delle tante leggende
A un tiro di schioppo, si diceva una volta, da Valstagna una contrada, un laghetto ed un ponte hanno il medesimo nome, vaporoso come una nuvola di cipria: Subiolo.
Subiolo è dunque un laghetto verde mare, rinserrato tra pareti di roccia, le cui acque di cristallo si riversano subito in Brenta, e Subiolo è il ponte che lo scavalca.
Il nome, spiegano i valstagnesi, nasce da SUBIO, che vuol dire zufolo e di zufolii inesistenti e tentatori risuonano quelle acque.
Perché giovani e bellissime anguane un tempo lo popolavano.Custodi e Signore delle valli e dei torrenti , delle foreste e dei monti, le anguane potevano essere brutte vecchie e malvage (come quelle del covolo di valgadena) oppure bellissime, giovani e benefiche come appunto quelle di Subiolo., che emergevano dall'acqua (vedi foto di Marco) per pettinarsi gli splendidi capelli .
ma erano anche seducenti sirenette che con i loro canti ed i loro richiami notturni ammaliavano i passanti.
Fu appunto ciò che accadde a Marco (non il nostro pur caro MMarco70 ) ma un giovane e povero bottaio di Valstagna in una notte stellata che, passo dopo passo, se ne rincasava tranquillo da Roncobello dove stava di casa la sua morosa.
Stava per varcare il Subiolo quando, a metà del ponte gli parve di udire inattesi sussurri e melodiose musiche.
Sbalordito s'affacciò al parapetto del ponte e intravide nelle acque diafane e leggere danzare le anguane.
Apparivano in superfice, calavano nel fondo, emergevano per rituffarsi, steli di fiori prodigiosi, dall'alto delle rupi a picco.
Avevano visi di perla, smaglianti sorrisi, corpi bellissimi.
-Marco, Marco- bisbigliavano dolcemente, -scendi a danzare con noi, la felicità che tioffriamo tu non l'hai mai provata, finchè risplende la Luna resta con noi-.
Marco, che non era certo un sasso, ascoltava affascinato, lusingato ed intimidito insieme. Un sudore freddo gli imperlava la fronte, perché con tutta l'anima avrebbe voluto tuffarsi la dentro con creature cosi belle.....ma...-non posso, c'è l'acqua e se scendo annegherò (non pensava di certo alla morosa in quel frangente)-.
Le anguane sorrisero e maliziose dissero- se è solo per questo guarda, l'acqua non c'è più-
E Marco si accorse che per prodigio il laghetto era scomparso, i ciottoli rilucevano della luce della Luna come fossero d'argento e compiacenti tappeti di muschio ricoprivano a divano gli angoli più appartati.
Afferrato alla spalletta del ponte il povero Marco continuava a ripetere - non posso, è piùà forte di me, non ce la faccio-
-ma come, ancora hai paura? non vuoi? ebbene-risposero le anguane- perché tu ti possa di noi ricordare esprimi un desiderio e noi lo eseguiremo-
Erano cento le cose che Marco avrebbe voluto chiedere, ma una gli premeva su tutte, cosi con un filo di voce chiese - sono solo un bottaio, vorrei...vorrei diventare il migliore intagliatore della mia valle, capace di eseguire alla perfezione qualsiasi lavoro-
-se questo è ciò che veramente vuoi, dissero le anguane, noi comandiamo che sia cosi, ma ricordati: non sarai mai ricco-
E scomparvero.
Passarono gli anni e Marco Michelin da povero bottaio divenne veramente un artista valentissimo e ricercatissimo, che rese onore e fama alla sua Valstagna. Sotto le sue mani pazienti e sapienti il legno fioriva in splendidi capolavori, delicatissimi riccioli, volute, intagli ed ornamenti.
Le sue opere andarono (e sono) per mezzo mondo.
Uno dei suoi capolavori, la Pala del Crocefisso, si trova ancor oggi nella chiesa di Valstagna ora buonanotte SMACK in fronte care setole