Ultimamente sono comparse varie discussioni su quest’argomento in varie sezioni del forum, segno che la cosa è di un certo interesse. Non tanto dalle domande poste, sempre lecite, ma dalle risposte fioccate da più parti, si evince che sull’argomento c’è parecchia foschia, quando non addirittura nebbia fitta.
Provo a dare il mio contributo descrivendo prima l’apparecchio e il suo funzionamento, poi facendo alcune considerazione sull’installazione anche in base all’utilizzo, e infine mostrando la soluzione che ho adottato sul mio 110.
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L’attuale linea di riscaldatori d’aria Webasto Air Top comprende 3 modelli, il 2000 ST da 2 kW, l’EVO 3900 da 3,9 kW, e l’EVO 5500 da 5,5 kW. Il più piccolo, commercializzato credo dal 2004, è più che sufficiente per riscaldare un 110.
L’Air Top 2000 ST, che potete vedere a questo link
http://www.webasto.com/fileadmin/webast ... 2000ST.pdf è composto da 3 parti principali: il riscaldatore, la pompa di alimentazione, e un pannello di controllo a scelta tra i due indicati. Oltre ovviamente a cablaggi e tubi vari, ed altri eventuali accessori.
Ai lati opposti del riscaldatore sono presenti l’ingresso dell’aria da riscaldare e l’uscita dell’aria riscaldata, entrambi diametro 60 mm. Sotto ci sono invece l’ingresso dell’aria comburente e l’uscita dei gas di scarico, entrambi diametro 22 mm, oltre ad un tubicino per l’ingresso carburante che va collegato alla pompa di alimentazione.
All’interno del riscaldatore sono contenuti il bruciatore, lo scambiatore termico, la ventola di circolazione dell’aria da riscaldare, la ventola di circolazione dell’aria comburente, un sensore di temperatura ambiente (termostato), un sensore di protezione per surriscaldamento, e una centralina elettronica alla quale fanno capo tutte le parti elettriche dell’apparecchio.
A sua volta il bruciatore è composto da una camera di combustione, da una piastrina metallica sinterizzata (burner screen), e da una candeletta di accensione in nitruro di silicio.
Insomma, è vero che costicchia, ma di roba ce n’è.
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Il funzionamento del riscaldatore viene comandato dal pannello di controllo. Consideriamo quello standard a manopola, che è il più semplice e meno costoso (l’altro fa le stesse cose con in più la possibilità di programmare accensioni a tempi prestabiliti).
Girando la manopola e portandola in una certa posizione, si comunica alla centralina che si desidera avere nell’ambiente la temperatura corrispondente a questa posizione. Tale temperatura può essere impostata approssimativamente tra 5 e 35°C. Con la manopola a ore 12, ad esempio, si imposterà una temperatura ambiente di circa 20°C (dietro la manopola non c’è un termostato, ma semplicemente un potenziometro che comunica alla centralina dentro il riscaldatore un certo valore di resistenza).
Si accende il led verde fisso sulla manopola ed immediatamente la ventola di circolazione dell’aria da riscaldare parte a velocità ridotta in modo da aspirare aria dall’ambiente e farla passare a contatto col sensore di temperatura (termostato) interno al riscaldatore.
Se questo rileva una temperatura ambiente inferiore a quella impostata dalla manopola del pannello di comando, nel giro di pochi secondi la centralina alimenta la candeletta di accensione con impulsi cadenzati di corrente e fa aumentare i giri della ventola di circolazione dell’aria fino a metà del regime massimo. In questa fase, dove il riscaldatore soffia aria fredda, si ha un picco di assorbimento che sfiora i 12 - 13 A nei primi istanti per poi scendere gradatamente a 8 - 6 A.
Dopo circa un minuto la candeletta raggiunge una temperatura intorno ai 1000°C e parte la pompa dosatrice di alimentazione che spara goccioline di carburante a circa 10 bar sulla piastrina metallica sinterizzata. La ventola di circolazione dell’aria comburente soffia su questa piastrina e la miscela di aria e gasolio che evapora lambisce la candeletta incandescente dando inizio alla combustione, che in questa prima fase è incompleta, scalda poco, e dal tubo di scarico esce una puzza tremenda.
Dopo altri due minuti la candeletta viene spenta e la combustione continua per conto suo, ora in modo completo e senza puzze particolari, con le ventole al massimo dei giri e un assorbimento sui 2,5 A . Il riscaldatore fornisce i 2 kW di potenza massima, e finalmente arriva aria bella calda.
Quando il sensore di temperatura, che è montato appena dietro la bocchetta di aspirazione del riscaldatore, sente che l’aria ambiente ha raggiunto la temperatura impostata dalla manopola del pannello di controllo, fa dimezzare i giri delle ventole dell’aria e la portata della pompa di alimentazione, dimezzando il flusso di aria calda e cercando di mantenere quella temperatura. L’assorbimento elettrico si porta sui 1,2 A.
Se a questo regime la temperatura ambiente tende a scendere, la velocità della ventilazione e la portata della pompa tornano a salire.
Se invece la temperatura ambiente continua a salire, la pompa di alimentazione si spegne interrompendo la mandata di carburante e inizia il ciclo di spegnimento. La candeletta torna ad essere scaldata con impulsi di corrente con un’altra botta di assorbimento sui 10 A mentre le ventole dapprima rallentano, poi ripartono al massimo dopo 15 secondi quando la candeletta viene spenta, e nel giro di 3 minuti raffreddano completamente il riscaldatore soffiando aria sempre più fredda e rallentano al minimo dei giri, regime che poi mantengono col riscaldatore in stand by.
Quindi, col riscaldatore in stand by, l’aria dell’abitacolo continua a circolare all’interno del riscaldatore in modo che il sensore di temperatura ne rileva la temperatura. In questa fase il consumo elettrico è di circa 0,5 A.
Quando l’aria dell’abitacolo è un po’ più fredda della temperatura impostata con la manopola del pannello di controllo, il riscaldatore riparte con le stesse modalità viste all’inizio.
Se si spegne il riscaldatore girando la manopola del pannello di controllo completamente in senso antiorario mentre è in stand by, la spia verde sulla manopola si spegne e dopo qualche secondo si ferma anche la ventola.
Se invece si spegne il riscaldatore mentre scalda, la spia verde sulla manopola si spegne subito, ma il riscaldatore continua a funzionare per oltre 3 minuti facendo il ciclo di spegnimento descritto prima. Sarebbe un errore che potrebbe danneggiarlo se si spegnesse interrompendogli l’alimentazione elettrica.
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Il riscaldatore può funzionare, a seconda di come viene montato, in modalità “ricircolo” (l’aria da riscaldare viene prelevata all’interno dell’abitacolo ) o in modalità “aria fresca” (l’aria da riscaldare viene prelevata all’esterno).
E’ fortemente consigliabile il primo metodo, in quanto massimizza la resa e i tempi di riscaldamento, e di conseguenza minimizza i consumi elettrici e di carburante. Con temperature esterne molto basse, la differenza è notevolissima.
Inoltre, se si preleva l’aria da riscaldare all’esterno, il sensore di temperatura all’interno del riscaldatore non può più funzionare in quanto sentirebbe sempre aria fredda e il riscaldatore girerebbe in continuazione, per cui l’apparecchio deve essere dotato di un “sensore esterno” disponibile come accessorio e che va montato in posizione adeguata all’interno dell’abitacolo. Notare che comunque nelle fasi di standby la ventola, pur girando alla minima velocità, soffierebbe aria gelida presa da fuori all’interno dell’abitacolo.
L’Air Top 2000 ST può inoltre funzionare come semplice ventilatore.
Dalla centralina del riscaldatore esce un filo di colore bianco/rosso che può essere collegato ad un interruttore che chiude verso massa. Col contatto aperto, l’Air Top funziona da riscaldatore come abbiamo visto. Col contatto chiuso, funziona invece come ventilatore a velocità variabile e regolabile con la manopola del pannello di comando. In estate, in certi casi, può essere utile.
La spia verde sulla manopola del pannello di controllo serve anche a visualizzare un codice di guasto qualora il riscaldatore vada in blocco. Con una serie di lampeggi in numero variabile, può indicare 16 differenti motivi che hanno fermato il riscaldatore. Il codice più frequente, visti gli alti consumi di elettricità, è quello a 3 lampeggi che ti informa che ti ha lasciato al freddo per salvaguardare la batteria scesa ai fatidici 10,5 volt. In realtà, dato che la misura di tensione viene fatta dalla centralina all’interno del riscaldatore, tiene conto anche delle cadute di tensione nel cavo di alimentazione, che durante le fasi di riscaldamento della candeletta con assorbimenti importanti si fanno sentire, e l’apparecchio va in blocco quando ai capi della batteria la tensione è sugli 11 volt.
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Ci sono due motivi principali per montare un Webasto su una Land, parecchio diversi tra loro.
Uno è quello di integrare il riscaldamento dell’abitacolo durante la marcia.
L’altro è quello di riscaldare l’abitacolo quando si sta dentro, da fermi, su una Land camperizzata.
A seconda di quale sia l’utilizzo, si presentano problematiche di uso e di istallazione diverse. Una su tutte: il forte consumo di elettricità del Webasto non costituisce un problema nel primo caso, dato che in marcia l’alternatore fornisce tutta la corrente che serve, mentre nel secondo caso diventa il problema principale e richiede una batteria supplementare di buona capacità. Poi la rumorosità, sicuramente più fastidiosa a motore spento. E infine la posizione della bocchetta che soffia aria calda, sicuramente più critica nel primo caso dovendo scaldare ma non cuocere i passeggeri.
Tutte cose che bisogna avere ben chiare in mente prima di partire ad installare il riscaldatore.
L’Air Top 2000 ST è stato progettato e costruito per poter essere montato all’esterno. E dunque può essere montato sia all’esterno che all’interno del veicolo, come Webasto dichiara sia sul Sito Web che sul Libretto di Istruzioni.
(
Nota Bene: dato che queste cose le afferma la Webasto, caso mai ci fosse qualche utente super esperto che le considera
“una grande cagata che vorrei cercare di far capire a chi legge di non prendere in considerazione” come già è successo in questa discussione
viewtopic.php?f=10&t=92087&start=40 , vorrei pregarlo sin d’ora di fare le proprie rimostranze direttamente a Webasto. Il numero di telefono della filiale italiana è 051-6906111. )
Come tutte le apparecchiature che contengono circuiti elettrici, è soggetto ad una normativa (la UNI EN60529) che ne stabilisce il grado di protezione dell’involucro secondo un sistema di classificazione formato da 2 numeri, il primo per le particelle solide, il secondo per i liquidi.
Il grado di protezione dell’Air Top 2000 ST è IP54.
Questo significa che il riscaldatore è protetto dalle polveri e da gocce vapori e spruzzi d’acqua in qualsiasi direzione. Non è invece protetto da getti d’acqua. Qual è la differenza tra “spruzzi” e “getti”? L’esempio più banale che mi viene in mente è la classica pistola per irrigazione del giardino: se regolata col fascio largo sono “spruzzi”, se regolata col fascio stretto e lungo sono “getti”.
Ho insistito un po’ su questa cosa del grado di protezione perché in caso di montaggio esterno è bene avere le idee chiare e proteggere in modo adeguato il riscaldatore. Ovviamente per proteggere da getti d’acqua non serve una scatola stagna: lo dico perché esistono in commercio delle scatole “apposite per montaggio esterno”, non prodotte dalla Webasto, con prezzi e utilità molto vicini a quelli del sale di Vanna Marchi (poi io ho il massimo rispetto anche per chi si compra il sale di Vanna Marchi).
Anche il montaggio all’interno dell’abitacolo necessita di alcune precauzioni. Una è l’uso dell’apposita guarnizione per isolare in modo stagno il riscaldatore dai tubi esterni dell’aria comburente (che deve in ogni caso pescare all’esterno) e dei gas di scarico. Un’altra è quella di prevede un montaggio che permetta al riscaldatore di dissipare il calore che genera quand’è in funzione, quindi niente spazi angusti e chiusi e soprattutto niente contatti con altra roba. Poi ci sono altre cose, come i tubi dell’aria comburente e dei gas di scarico che devono sempre andare in discesa, come le bocchette di aspirazione e di mandata che non vanno troppo vicine, ecc., comunque tutte cose ben spiegate nel libretto d’istruzioni molto chiaro e ben fatto.
La pompa di alimentazione del carburante deve pescare nel serbatoio del veicolo con tubi di diametro interno ridotto (consigliato 2 mm) per evitare il formarsi di bolle d’aria che manderebbero in blocco il riscaldatore. E’ fortemente consigliato il montaggio esterno all’abitacolo, a causa del fastidioso rumore che fa quando è in funzione. Deve inoltre essere montata in posizione orizzontale e fissata mediante una sospensione antivibrante. C’è anche chi mette un serbatoio apposito all’interno dell’abitacolo per far attingere la pompa: una soluzione che a mio modo di vedere ha solo svantaggi. E tanti.
Il pannello di comando, non essendo un termostato, può essere montato in qualsiasi posto all’interno dell’abitacolo, al limite anche davanti ad una bocchetta che soffia aria calda. Va da sé che deve essere montato in un posto comodo: quindi a portata di mano del conducente se il Webasto serve a scaldare mentre si viaggia, o dietro dove si “abita” in caso si veicoli camperizzati.
Per l’alimentazione elettrica, il positivo deve essere sotto fusibile da 15 A collegato vicino alla batteria o comunque dove arrivano cavi di adeguata sezione, e il negativo collegato ad una buona massa.
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Tanto per passare dalla teoria alla pratica, vi faccio vedere come l’ho montato sulla mia macchina.
Si tratta di un 110 HT 200, con camperizzazione monta/smonta, e l’uso del Webasto è esclusivamente dedicato a scaldare la zona posteriore dove “abito” quando vado in giro con la camperizzazione montata. Non ci trascorro dei weekend, ma dei mesi, per cui è per me una cosa molto importante, e prima di realizzarla l’ho studiata bene e progettata sulle mie esigenze.
Ho scelto il montaggio all’esterno per motivi di spazio, di semplicità, di sicurezza e di rumorosità. Ovviamente in modalità ricircolo. Volendo avere l’aria calda soffiata sui piedi quando sono seduto a tavola per mangiare o scrivere, il passaruota posteriore destro era il luogo più adatto al montaggio.
Ho solo dovuto realizzare un supporto in ferro con gli attacchi per il riscaldatore da rivettare sulle omega di rinforzo esterne al passaruota, e un carter aperto da un lato in lamiera di alluminio da 1,5 mm fissato alle solite omega con delle parker, per proteggere il riscaldatore da getti di acqua o fango dovuti alla ruota.
Per collegare l’entrata e l’uscita del riscaldatore alle bocchette ho usato un normale gomito in PVC per l’aria fredda e mezzo metro di tubo flessibile per alte temperature per l’aria calda.
La pompa di alimentazione l’ho sospesa con 2 fascette da elettricista e un po’ di spugna per minimizzare la rumorosità, all’interno del carter, e pesca gasolio da una T messa nel tubo che dal serbatoio va al motore e passa proprio lì vicino, con l’aggiunta di una valvolina di non ritorno verso il motore in modo che non mi svuoti il filtro gasolio.
Il pannello di controllo l’ho montato sul fianco vicino all’attacco della cintura conducente, in modo che sia comodo da manovrare sia quando sono seduto a tavola che quando sono a letto.
Il montaggio risale ai primi mesi del 2009.
Ho smontato il carter per fare le foto: erano 4 anni che non lo smontavo, e non ho pulito nulla.
Mai avuto alcun problema di funzionamento.
L’unica cosa che ho in programma è di montare il silenziatore sui gas di scarico per ridurre la rumorosità all’esterno.
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