Una volta sfumata, per vari motivi, la scelta iniziale dell’Angola del Sud quale meta del nostro viaggio estivo, siamo tornati alla nostra “wishlist” in cui da tempo c’erano Uganda e Rwanda.
Il periodo obbligato, di poco più tre settimane tra fine luglio-metà agosto, mi ha consigliato di concentrarci solo sull’Uganda.
Una breve ricerca e prenotiamo un LC76 o c/o Roadtrip Uganda di Kampala ed i voli con Ethiopian Airlines (Milano MXP - Addis Ababa - Entebbe) rivelatisi ottimi oltre che con orari per noi piuttosto comodi. Anche questa volta famiglia al completo con Gloria, mia moglie, e le figlie Erica e Chiara, a completare il collaudato equipaggio.
Comincio subito a studiare il percorso in considerazione che avremo un vincolo non modificabile: la data per il gorilla tracking nella foresta di Bwindi che va prenotato per tempo e pagato contestualmente.
Quindi: partenza da Milano il 23 Luglio, il gorilla permit per l’11 Agosto e rientro a Milano il 15 Agosto.
L’itinerario a questo punto è già definito: in sostanza si tratta di un giro antiorario lungo il perimetro del paese: da Kampala verso est, risalendo per il Karamoja lungo i confini del Kenya, piegando ad ovest in prossimità del Sud Sudan, poi a sud a lambire il Congo e di nuovo ad est in prossimità del Rwanda, per circa 3400 km totali .
Ancora in tempo utile per bloccare una seconda macchina, ma tardi per volare insieme, si sono poi uniti a noi gli amici Ugo ed Alessandra, ottimi ( e pazienti) compagni di viaggio anche lo scorso anno in Zambia.
Pensiamo così, evitando per quanto possibile il caos di Kampala, di visitare la zona del Mount Elgon NP con le Sipi Falls, l’isolato Kidepo NP all’estremo Nord, il Murchinson Falls NP, Ziwa Rhino Sanctuary, la città di Fort Portal prossima alla zona dei Crater Lakes , del Rwenzori e del Semuliki NP, il Queen Elizabeth NP, il Bwindi Forest NP con gli ultimi giorni da definire alla fine .
La guida Polaris (M.Dorigo- Ed.2 del 2015), in italiano, è poco pratica e poco aggiornata, ma costituisce un’interessante lettura preliminare. Quella Bradt (Ed.8 dell’11/2016) in inglese è stata di buon supporto e fornita, come pure la cartina Nelles scala 1:700.000, anche a corredo dell’auto, come pure le utili mappe di dettaglio dei parchi (in vendita anche ai gate a 20.000 UGX /cad.)
Avevo disponibile anche la mappa Reise KnowHow 1:600.000 calibrata in versione Ozi ma alla fine ho deciso di non portare con me il Toughbook preferendo, come d’abitudine, le mappe T4A per il Garmin 276. L’ha invece usata Ugo su smartphone, direi con soddisfazione. Da notare che man mano si sale di latitudine le T4A sono via via meno accurate rispetto ai paesi del Sud ed almeno in un caso con POI errati (es: il Community Camp del Mgahinga NP).
Il budget da riservare all’ingresso ai parchi, nell’economia generale del nostro viaggio, non è stato trascurabile, anche se non spropositato come in Tanzania e Kenya, ma più caro che in Zambia e ben più caro di quanto potessimo ricordare negli altri paesi dell’Africa del Sud (Namibia, Botswana, Zimbabwe …).
L’ente Ugandese dei parchi, UWA ,richiede 40$ a persona al giorno + 150$ fissi per ogni ingresso in ciascun parco se si è alla guida di un’auto con targa non East Africa, fortunatamente la ns auto aveva la targa Ugandese, così abbiamo pagato solo 30.000 scellini (UGX) pari a circa 7€ ad ingresso.
Per i campeggi più cari abbiamo speso ca 10$ a persona per notte , quelli delle community (spesso senza alcun servizio) normalmente 15.000 UGX a persona (circa 3 €)
Il cambio è risultato via via più favorevole per l’apprezzamento dell’euro , 1 USD>3600 UGX, 1EUR>4200 UGX .
Nei centro maggiori gli ATM sono di solito la miglior soluzione per evitare snervanti code in Banca.
Per i parchi si paga cash in $ ma vengono accettate anche le Visa. Attenzione: per i dollari US non vengono accettate le banconote emesse prima del 2009 ( era 2006 in passato). Nei parchi come in Banca ed è consigliabile evitare banconote di taglio maggiore di 50$ !
Il gasolio si paga normalmente tra i 2900 e 3100 UGX al litro ( ca 0,71€/l) ed i benzinai accettano solo UGX in contanti. Viene raccomandato di servirsi dai Premium brands quali Shell / Total ma noi come di prassi riempiamo ogni volta che c’è l’opportunità, evitando di norma solo i rifornimenti dai bidoni. Dopo piogge intense siamo stati più cauti cercando di capire se ci si potesse aspettare che dell’ acqua potesse essere entrata nelle cisterne . Fortunatamente mai avuto alcun problema.
Per raggiungere il nostro primo campeggio, il Red Chilli Hideaway, ed organizzare le nostre auto, facciamo le prime esperienze con la guida nel traffico di Kampala.
La nostra concentrazione come pure la nostra pazienza vengono subito messe a dura prova, i Boda Boda, micidiali moto taxi con capacità di carico illimitate ed i Matatu, pullmini per il trasporto taxi collettivo non conoscono regole, in particolare le precedenze, viaggiano a colpi di clacson sbucando da ogni direzione, occupando ogni centimetro libero di strada.
Anche il traffico sulla direttrice Masaka-Kampala-Tororo (confine Rwanda-Congo /Kampala / confine Kenya) richiede attenzione e molta prudenza.
Raggiunte le piste, altra vita … si rinasce.
Da un punto di vista sicurezza, abbiamo trovato una situazione molto diversa da quella descritta sul sito della Farnesina “Viaggiare Sicuri” che sembra aggiornato alla situazione del 2005. Abbiamo viaggiato tranquilli ovunque, in particolare la situazione è molto cambiata a nord-est negli ultimi 20 anni.
In Karamoja, da Moroto, al confine con il Kenya e Sud Sudan fino a Kitgum , il Lord's Resistance Army (LRA) ha deposto le armi, come pure i Karamojong, fiera etnia nomade, per molti versi a assimilabile ai Masai, sono ritornati ad impugnare i loro “pacifici” bastoni al posto degli AK47, diffusi nel periodo della guerra civile dagli anni ’80 che ha seguito buio periodo di potere di Idi Amin.
I karamojong, comunque , dediti alla pastorizia, si sono guadagnati la fama di razziatori di bestiame ( la loro ricchezza) per il fatto che il loro Dio Akuj li ha resi assegnatari di tutto il bestiame del mondo loro conosciuto, fatto che in passato ha scatenato numerose lotte con le tribù vicine.
Anche le zone di confine con il Congo, presso Bundibugyo ed il Semuliki NP , come pure nel il territorio fino a Bwindi, sono state “normalizzate” e non sono più soggette alle incursioni dei guerriglieri “Mai Mai” contrastati in Congo, ad ovest del fiume Ishasha, dai FARDC del presidente Joseph Kabila ma continuano ad essere presidiate dai militari ugandesi che di certo non dissimulano la loro presenza.
Da un punto di vista sanitario, oltre al vaccino contro la Febbre Gialla, necessario per ottenere il visto di ingresso, abbiamo preferito eseguire la profilassi antimalarica insieme alle abituali precauzioni con repellenti per la pelle (DEET) ed impregnando alcuni capi (camicie a maniche lunghe e calzoni e calzini lunghi) con Permetrina per rendere minimo il rischio di punture di zanzara.
Nota: a Trento il Malarone sembrava introvabile quando lo ho cercato, per cui lo ho acquistato in una farmacia NL online (previo invio prescrizione medica) a quasi metà prezzo rispetto all’Italia.
Arrivati all’aeroporto di Entebbe, dopo un buon volo, la prima sorpresa: vedo arrivare un Toyota LC 78 al posto del 76 da noi prenotato. Accolgo di buon grado il cambiamento, noi siamo in 4 e con il frigo da 50 l che ho richiesto, sarebbe stato problematico caricare i nostri borsoni. Il 78, in stile East Africa è modificato per i safari, ha una terza porta laterale che facilita l’accesso per i passeggeri posteriori, il tetto che si solleva per i safari (ma noi abbiamo la tenda ☹) e 6 sedili; è poi dotata di un imponente cancello con 2 ruote di scorta e gomme mud nuove ( nemmeno una foratura da registrare ).
Chiedo subito di eliminare i 2 sedili dell’ultima fila e tutto si sistema al meglio.
Il Toy 78, in conformazione uguale a quello avevo già guidato in Kenya e Tanzania ha confermato i noti pregi e difetti (lento infaticabile diesel 6 cyl. 4,2 l aspirato ☹), ma molto spazio a disposizione e 2 serbatoi (90+90 l).
Appena lasciato l’asfalto, grazie an un piccolo sasso sollevato da un autobus che non ha rallentato nell’incrociarci, abbiamo “guadagnato” una bella scheggiatura al parabrezza che ne aveva già 2 apparentemente piccole. Durante il viaggio si sono sviluppate in una lunga crepa che comunque non ha dato fastidio e non ha generato discussioni a fine viaggio.
Più serio l’imprevisto meccanico che abbiamo avuto a Murchinson Falls NP quando la leva del riduttore improvvisamente ha mostrato una raggelante corsa a vuoto mentre avevo inserite le ridotte. Potevo solo inserire o togliere le 4WD ma non cambiare Hi-Low. Grazie ad Isaac, il meccanico dell’officina UWA che cura i mezzi del parco e con l’approvazione preventiva di Raodtrip Uganda che ci ha poi restituito quanto speso, abbiamo fortunatamente risolto al meglio e rapidamente.
Evito invece di elencare tutto quello che Ugo ha lamentato sul suo LC 76, ma si sa, un “Land Rover Owner” non è abituato ad avere il minimo inconveniente al mezzo che guida. Tutto risolto alla fine dopo discussione alla riconsegna dell’auto
Alla riconsegna mi è stata restituita per intero e cash, senza nessuna obiezione, anche la caparra di 360$ che avevo versato con la prenotazione a copertura di eventuali danni all’auto o all’attrezzatura.
Le strade asfaltate sono generalmente in buone condizioni, alcune con le immancabili buche.
Un incubo costante, i subdoli “bumps”, i dossi rallentatori, a volte quasi invisibili in anticipo, che proteggono i villaggi sia su strade asfaltate che sulle piste.
Abbiamo trovato alcune piste in ottime condizioni, altre meno, All’inizio del viaggio quella tra il Mt Elgon e Moroto, a causa delle “furiose” piogge della notte, per un certo tratto la pista risultava un mare di fango, con vari mezzi intraversati e bloccati. Siamo riusciti a districarci e passare indenni.
I ca 200 km della pista tra Masindi – Hoima e Fort Portal hanno messo a dura prova auto e passeggeri, richiedendo circa 6 ore tra imponenti lavori stradali che, anche qui, sono diretti da cinesi con grande utilizzo di mezzi, anch’essi made in China. I cinesi, ahimè, si stanno comprando, o meglio, stando depredando l’Africa intera con questo subdolo nuovo tipo di colonizzazione. Stanno cambiando la storia del continente!
Il Clima: ci aspettavamo di trovare la stagione secca “breve” (Luglio e parte di Agosto), mentre quella lunga va da Gennaio a Marzo . Nella parte est, vicina al lago Vittoria invece non è stato proprio così. Ci siamo trovati in piena “wet season”. Piogge abbondanti, una volta a Sipi anche in forma di un vero nubifragio, che però, per fortuna, si manifestano in genere nel tardo pomeriggio-sera, lasciandoci quasi sempre il sole per tutta la giornata.
Abbiamo così trovato tutto il primo tratto del nostro giro estremamente verde, come non avevamo mai visto prima in Agosto in Africa.
In particolare, il Kidepo NP, il parco più a nord, lontano e poco frequentato per la distanza dai circuiti più classici, ci ha affascinato e lo annovero tra i più belli che ho visitato, quasi al livello del Masai Mara. Diverso da tutti gli altri, con praterie sconfinate percorse da enormi mandrie di bufali, alternate a gruppi di elefanti, kob (variante Ugandese degli impala), zebre, waterbuck, topi (tsessebee), Jackson’s hartbeest, giraffe, ma anche leoni e ippopotami.
Abbiamo trovato alcune piste dei game drive piuttosto insidiose per la presenza di molto fango, e ci siamo presi anche qualche azzardo che, fortunatamente, si è sempre concluso felicemente pur comportando però alla fine una lunga seduta di “Jet Wash in stile africano” a Kitgum.
In prossimità del confine con un precario posto di frontiera usato dai locali e presidiato da pochi militari e ranger che vivono nelle loro capanne su un piccolo colle da cui controllano tutti i movimenti si arriva a scorgere alcune postazioni del Sud Sudan.
L’Uganda, con una popolazione di ca 40 mln , ospita e sostiene in grandi campi nella regione di Gulu e soprattutto nel West Nile, ma anche a sud, nella zona di Kisoro, quasi un milione di rifugiati da Sud Sudan e Congo. Questo ci costringe tristemente ad un impietoso confronto con l’approccio che si ha in Europa sul tema dei rifugiati.
Il pezzo forte di Murchinson Falls NP, dove il Nilo Vittoria (dal lago Vittoria) confluisce nel Nilo Alberto (dalle sorgenti del Rwenzori) sono indubbiamente le imponenti cascate, anche se, al nostro arrivo, abbiamo subito incontrato un bel leopardo oltre ai “soliti noti”.
Meritevole di visita è anche il relativamente piccolo Ziwa Rhino Sanctuary in cui i ranger ci accompagnano in un “walking safari” per osservare da vicino gli unici rinoceronti (bianchi) dell’Uganda.
Emozionante, sempre a Ziwa, nella limitrofa vasta zona umida di Lugogo, la ricerca, dapprima a piedi negli acquitini e poi in canoa, dello Shoebill, un inquitante cicogniforme con “becco a forma di scarpa“ alto fino ad un metro e mezzo con 2,30m di apertura alare, che sembra uscire da ere geologiche dimenticate.
Dal Queen Elisabeth NP procedendo verso sud, escluso l’estremo sud di Bwindi, il clima è invece risultato più secco , come ci si aspettava.
Nella parte est del Queen Elisabeth NP , a nord del Kazinga Channel, abbiamo goduto di un game drive entusiasmante a Kasenyi con l’avvistamento di 10 leoni ed un leopardo, oltre a tutta la solita dotazione “standard” di ogni parco.
Purtroppo, proprio nei giorni della nostra visita, della parte sud del QENP una vasta zona di Ishasha è stata incendiata , chi dice dai bracconieri del Congo, chi dai locali dei villaggi vicini, con il risultato che i Tree-Climbing Lions si sono spostati e, per un certo tempo, sembra non saranno visibili nella zona abituale. Abbiamo però visto almeno 20 elefanti che, dapprima passati in Congo, ritornavano ad Ishasha.
L’Highlight del ns viaggio era il “Gorilla Tracking” nel Bwindi Impenetrable Forest NP, come detto i permessi ($$$) vanno acquistati con largo anticipo, i gorilla di montgna sono ancora poco più di 880 al mondo, tutti concentrati in questa zona, divisi tra i ca 400 in Uganda ed altri 480 tra Congo e Rwanda.
In Uganda sono stati contati 36 gruppi distinti guidati da un maschio dominante “Silverback” e composto da mediamente una decina di elementi di varie età e 16 Maschi solitari. Alcuni gruppi , sulle tracce delle esperienze di Dian Fossey, sono stati abituati alla presenza umana. Per ciascuno di questi ( 3 a Buhoma-Bwindi ) un gruppo max di 8 persone al giorno viene accompagnato dai ranger, che sulla base delle indicazioni dei tracker che ne precedono il cammino di qualche ora, seguendo le tracce in un’estensione di più di 320 km quadrati, fino ad avvicinarli e poi seguirli nei loro spostamenti permettendo di ammirarli da una distanza di qualche metro per circa 1 ora.
In dipendenza della posizione del gruppo, che si sposta ogni giorno anche per distanze considerevoli, la camminata può durare dalle 2-3 alle 7-8 ore in un ambiente dalla umidità elevata, con saliscendi a ripetizione che può risultare, come nel caso del nostro gruppo, piuttosto impegnativo se non adeguatamente allenati.
La percentuale di successo è prossima al 100% , i mancati avvistamenti dipendono sostanzialmente solo dalla rinuncia dei partecipanti per affaticamento.
I ranger conoscono la zona degli avvistamenti precedenti, e per i tre gruppi di Bwindi, i gruppi di persone vengono formati in modo da facilitare, con percorsi stimati più brevi, le persone che potrebbero avere più difficolta. C’è la possibilità di camminare “leggeri” avvalendosi di portatori assoldati tra gli abitanti del villaggio, offrendo così un supporto alla comunità.
Si sono visti portatori spingere in salita “voluminosi” sederi americani
Negli anni la superficie coperta dalla foresta equatoriale che copriva il 20% del territorio si è ridotta ai minimi termini per la continua ricerca di terre da coltivare. L’istituzione dei parchi e la loro lenta accettazione da parte delle popolazioni dei villaggi ha fermato questa distruzione. I cospicui introiti dei parchi, specificatamente derivanti dal Gorilla Tracking, viene in parte significativa redistribuito alle popolazioni, che in questo modo hanno più interesse a conservare un albero di mogano piuttosto che tagliarlo, e a conservare l’ambiente vitale per i gorilla garantendosi continuità di risorse per il futuro.
In questa zona di foreste pluviali, tra Uganda, Rwanda, Burundi e Congo vivevano, e tuttora vivono, comunità Batwa, che noi conosciamo come Pigmei, popolazione di cacciatori e raccoglitori. La creazione dei parchi ha sradicato molti di loro dai territori che occupavano ed ora, faticosamente devono convivere tra tradizione ed integrazione. E’ possibile visitare alcune loro comunità, ad esempio a Buhoma, punto di ingresso del Bwindi NP, accompagnati da guide locali .
Per mancanza di tempo abbiamo purtroppo potuto ammirare i 3 vulcani Virunga solo dal Community Camp del Mgahinga NP, alla loro base. In questa zona c’è anche un gruppo di Gorilla “habituated” che però occasionalmente espatria nella parte Rwandese del parco. L’ambiente è dominato dalla mole imponente del Mount Muhabura, un vulcano di oltre 4100m e da un altro sui 3600 m, il Mount Sabyinyo che segna il punto di confine tra Uganda Congo e Rwanda.
Almeno uno tra essi meriterebbe di essere salito. In questa zona abbiamo visitato i bei Laghi Bunyoni e Mutanda (sì, proprio così!) quest’ultimo a pochissima distanza dal confine con il Congo.
Il Lake MburoNP , infine , è un posto rilassante e discretamente popolato da animali ed uccelli, ma è soprattutto una comoda e gradevole pausa per interrompere il lungo tragitto da Bwindi o Mgahinga a Kampala.
Abbiamo Visitato una comunità dedita alla pesca il cui “illuminato capo” ci ha spiegato come conciliano, con una sorprendente lezione sull’approccio lungimirante e sostenibile, il loro rapporto con il lago ed il parco.
Campeggiando proprio in riva al lago abbiamo potuto anche vedere all’opera la African Fish eagle come pure il Martin Pescatore (Pied Kingfisher) che si lanciava in picchiata instancabilmente partendo dal tipico ”hovering” o volo a punto fisso tipo “Spirito Santo”.
In conclusione: avevamo tutti grandi aspettative e l’Uganda ha mantenuto le sue promesse in toto, è un paese vario, sorprendentemente verde quasi ovunque, con bei parchi, popolato da gente di grande dignità e sempre cordiale. Ci è piaciuto molto.