e qui una coppia di motociclisti italiani 25 enni, Giorgio Monetti e Leopoldo Tartarini, in Ducati 175cc da Bologna a Nuova Delhi, nel corso di un anno (dal settembre '57 al settembre del '58)..
poi in teoria hanno continuato per l'Australia, Africa e Sud America
sul sito della Ducati si parla di Monetti:
http://www.ducati.it/storia/personaggi/ ... i/index.doGiorgio Monetti è entrato a far parte della storia Ducati soprattutto grazie al "Giro del Mondo",un viaggio straordinario e pionieristico durato un intero anno (dal settembre '57 al settembre del '58) e compiuto, insieme all'amico Tartarini, sulle strade di tutti i continenti.
Nato a Bologna il 10 giugno 1932, proprio sotto le Due Torri, e ultimo di quattro fratelli di un'antica famiglia della borghesia bolognese, ha ricevuto un'educazione classica, in linea con la tradizione di casa, che prevedeva per i maschi la laurea in Medicina o Giurisprudenza.
Avendo però un carattere abbastanza ribelle ha subito cercato una propria libertà intellettuale e fisica che l'ha portato, giovanissimo, a esplorare le strade vicine a casa, poi l'intera Europa. È stato sempre un appassionato di viaggi e avventure, che alternava con gli studi universitari, che gli hanno fruttato la laurea in Giurisprudenza, ottenuta dopo aver frequentato il Liceo classico Galvani, uno dei più apprezzati della città.
Ha iniziato a 16 anni a girare l'Europa con amici, in moto e auto (Topolino, Belvedere), non si poneva limiti di alcun genere, strutturali e temporali, viveva alla giornata gustandosi quanto vedeva, imparando sul posto e superando i problemi quotidiani.
Allo studio universitario, ai viaggi e all'iniziale pratica forense (completata presso lo studio dell'avvocato Turchi) ha alternato anche una sostanziosa attività sportiva nel campo delle auto, in cui ha dato libero sfogo alla sua inventiva meccanica, cercando soluzioni originali per quanto riguarda motori, assetti e pneumatici.
Proprio questa passione gli ha regalato una notevole esperienza a cui ha attinto a piene mani nel corso del "Giro del Mondo". E anche dopo il ritorno a Bologna, come responsabile della rete commerciale estera della Ducati dal 1959 al 1962, ha collaborato attivamente con l'ingegner Taglioni, capo della progettazione motoristica, ideando insieme a lui anche un motore di F1 che in ambito Ducati non è stato apprezzato e capito per quanto valeva. Il motore però era stato scoperto e valorizzato da John Surtees, Campione del Mondo in moto e in seguito anche in F1 con la Ferrari. Questi avrebbe voluto acquistarlo e montarlo sulla Cooper o sulla Lotus con cui gareggiò nella massima formula automobilistica.
Per l'opposizione dell'ingegner Taglioni non si raggiunse un accordo.
Altra realizzazione meccanica di grande interesse è stato il progetto del primo motore turbo montato di serie dalla Fiat. È stata una sua idea, infatti, quella che ha portato alla nascita del propulsore sovralimentato impiegato sulla Ritmo 105, idea per cui ha avuto anche riconoscimenti da parte dell'ingegner Ghidella, allora numero uno del marchio torinese.
La sua esperienza internazionale e la conoscenza dell'inglese gli hanno consentito di tenere contatti preziosissimi anche con grandi campioni come
Mike Hailwood che ha cominciato a correre e a vincere (il Tourist Trophy) proprio con la Ducati. È stato anche grande amico di Tarquinio Provini, campione mondiale, che ha scritto pagine indimenticabili del motociclismo italiano.
I viaggi intercontinentali di Monetti sono proseguiti anche dopo il "Giro del Mondo". Ha ripercorso infatti il Mato Grosso su alcune Panda sperimentali della Fiat e ha compiuto altri viaggi in molte parti del globo per diletto e per lavoro.
È stato anche attivo ambientalista, esponente di spicco del WWF negli anni '78-'80 e per questa associazione ha condotto numerose battaglie. La più conosciuta è quella per la salvaguardia della zona di Monte San Pietro che lo ha visto scontrarsi con la gestione di numerose Cave che avrebbero voluto prelevare quantità devastanti di materiale dai territori circostanti.
Uscito dalla Ducati nel 1962 ha svolto l'attività di concessionario auto per Fiat e Lancia dal 1963 al 1990, e per Iveco e Nissan dal 1991 al 2000, fino al ritiro dal settore. Da sempre si dedica all'agricoltura e provvede a svolgere lavori nei campi
con trattori e macchine agricole che cura personalmente. La sua passione per la meccanica dunque non è mai diminuita. Persona dai mille interessi è stato anche restauratore di campanili antichi e ha fatto parte di gruppi di campanari.
Monetti ora vorrebbe ripetere l'impresa del "Giro del Mondo". Il suo sogno sarebbe quello di tornare in sella a una Ducati e scendere dall'Alaska fino alla Terra del Fuoco. Sarebbe il finale ideale di una vita spesa e dedicata all'avventura su tutte le strade del globo.
Anche del Giro del Mondo c'é traccia sul sito Ducati:
http://www.ducati.it/storia/approfondim ... o/index.doIl "Giro del mondo" di Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti su Ducati 175 fu una straordinaria avventura iniziata quasi mezzo secolo fa: sicuramente una delle più belle pagine della storia di Ducati nonché del motociclismo mondiale.
Obiettivo di questo viaggio straordinario e pionieristico, durato un intero anno (dal settembre '57 al settembre del '58) e compiuto sulle strade di tutti i continenti, fu quello di reclamizzare il marchio Ducati e costruire una rete di concessionari nelle nazioni dove la Casa bolognese non era ancora conosciuta.
Un'impresa incredibile nata da un'idea di Leopoldo Tartarini, campione motociclistico bolognese, ed appoggiata dalla Ducati che, con la sua 175 cc, fornì moto e assistenza, trasformando il viaggio in un'occasione unica di promozione.
Era la prima volta che una Casa motociclistica concepiva un lancio pubblicitario di questa rilevanza pur con mezzi limitati e ridottissimi punti di appoggio. Per il viaggio, che costò circa 50 milioni comprensivi anche dei numerosi spostamenti aerei e marittimi, non furono fatti allenamenti specifici e l'organizzazione fu abbastanza approssimativa, anche perché in molti casi non esistevano mappe dettagliate delle zone da attraversare.
Le distanze erano stimate sulla carta con il compasso e le due moto furono adattate con pochi ritocchi all'interno della stessa Ducati da meccanici amici.
I due centauri scelti per l'impresa furono un professionista ed un suo amico dilettante, che però con la moto aveva grande confidenza. Il primo, Leopoldo Tartarini, era già un campione motociclistico affermato, rimasto senza moto perché le competizioni su strada come la "Milano-Taranto" o "Il Motogiro" erano state cancellate per motivi di sicurezza.
La Ducati, che aveva progettato la 175 cc, la moto impiegata appunto per il "Giro del Mondo", capì che bisognava sfruttare questo mezzo affidabilissimo per qualcosa d'importante e così colse al volo l'idea di Tartarini, che era pilota Ducati con contratto pluriennale.
Il secondo protagonista dell'impresa fu Giorgio Monetti, giovane studente universitario giramondo, amico di Tartarini, che in attesa di lavoro decise di tentare l'avventura.
La documentazione completa di questo straordinario viaggio è contenuta in uno splendido volume di letteratura di viaggio intitolato "Il giro del mondo di Tartarini e Monetti su Ducati 175", edito da Minerva.
Esiste anche un documentario:
Qui ci sono altri video:
https://vimeo.com/user6422155