Chimera rappresenta sia un sogno irrealizzabile o irraggiungibile così come un animale mitologico col corpo di leone, una testa caprina sulla schiena ed un serpente al posto della coda.
Un essere impossibile, così come il sogno che ne ruba il nome.
Succede che però, talvolta, le chimere si realizzino e prendano vita.
Questo è ciò che andrò ad illustrare.
Per carità, niente di nuovo sotto il sole, soltanto che non si legge spesso di queste modifiche che sono comunque sotto gli occhi di molti.
Spero di fare cosa gradita ai più anche se ad onor del vero qualcuno potrebbe averne già letto
qui.
Che se ne dica, nonostante i progressi della metallurgia abbiano avvantaggiato anche noi landroveristi, i ponti Land non sono certo i più robusti del pianeta e sogno proibito dei più era proprio che gli ingegneri di Solihull regalassero ai loro progetti gambe adeguate.
Avendone avuto la possibilità ho provato io, come hanno già fatto altri, a rimediare al torto.
Venuto a conoscenza a Gennaio dell'anno scorso della vendita, intero o a pezzi, di un 90 P.U. con ponti Patrol Y60, contattato il proprietario utente del forum, ci siamo accordati per le gambe della sua macchina che aveva modificato con un sistema 4 Link anteriore per tentare di migliorare la già discreta configurazione originale e renderla ottima.
Questo era ciò che aveva realizzato.
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In realtà la geometria era nata come un 3 link, ma avendo avuto importanti problemi di shimming, aveva dovuto aggiungere un 4° braccio che è quello superiore a lato della pera.
Ovviamente non avendo ne i mezzi ne la voglia per montarlo in autonomia, ho preferito rivolgermi a Edo "Payustech" per verificare la possibilità di realizzazione.
Una vota portatagli la macchina ed il bancale di pezzi, ho lasciato che cominciasse il lavoro, ma montato il tutto ci si è resi conto che qualcosa non andava per il verso giusto.
Nonostante l'impegno del primo realizzatore, le geometrie non erano corrette, infatti i bracci "troppo paralleli" tra loro non permettevano l'escursione del ponte e di fatto, mancando la planarità degli attacchi dei bracci superiori, quello aggiunto a posteriori risultava di fatto inutile.
A quel punto, Edo mi ha chiesto se ero disposto a prestargli la mia macchina come prototipo per realizzare ciò che aveva in mente da tempo e acconsentendo l'ho affidata alle sue mani ed i suoi collaboratori.
Avendo a disposizione uno scanner laser e la capacità di progettazione 3D con Solidworks, il primo passo è stato quello di scannerizzarte il telaio del mio Defender 90 TD5 in questo modo.
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Come potete notare, il laser riproduce un modello in CAD 3D assolutamente fedele con una risoluzione veramente importante.
Le immagini del caso sono però state settate su una risoluzione più bassa e con un effetto di "smorzamento" dei solidi così da appiattirne le dimensioni file e permettere alle Workstations di calcolare con più velocità.
Nonostante ciò è impressionante notare le ammaccature dello scarico nella terza foto.
Una volta acquisito il modello reale del telaio e dei suoi componenti è stato assemblato il ponte anteriore e scannerizzato nuovamente il tutto.
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Preambolo:
La reale potenza di Solid Work è quella di permettere la simulazione reale dei componenti, comprensivo di forze applicate.
Le immagini statiche non possono restituire la potenza dinamica del movimento, ma sul computer è stato possibile simulare l'articolazione e comprenderne i limiti, tanto da optare per una soluzione totalmente nuova.
LA COSA PIU' IMPORTANTE è comprendere che il software funziona anche al "contrario": cioè impostati i parametri calcola lui i movimenti, le misure, gli ingombri e le forze necessarie.
Quindi è possibile sperimentare il comportamento REALE dei componenti senza averli ne costruiti ne montati.
Permette quindi di SOSTITUIRE COMPLETAMENTE la realizzazione e la prova delle modifiche garantendo la realtà delle dinamiche.
Ci tengo a sottolineare questo per far capire che lo studio che c'è stato sotto è servito per ottenere un progetto che diversamente non avrebbe mai potuto vedere la luce con questi margini di sicurezza di progettazione.
Grazie a ciò è stato possibile simulare la geometria dell'insieme e verificarne i limiti tecnici da cui la decisione di realizzare tutto ex novo.
Ora vi chiedo venia se per velocizzarmi mi quoterò avendo già scritto queste cose altrove. Grazie!
Giunti quindi alla decisione di rivedere il progetto da capo, i ponti sono stati ripuliti di ogni attacco e dal momento che sono stati completamente aperti, ho deciso di upgradarli.
I ponti Patrol sono forniti all'anteriore di un differenziale LIBERO H233B montato in posizione asimmetrica su pera HI PINION e semiassi da 32mm e 31 cave, mentre al posteriore troviamo un differenziale BLOCCABILE ELETTRICAMENTE H233B con semiassi da 33,3mm e 33 cave.
Le coppie coniche hanno una rapportatura di 4.625:1 (parliamo del Patrol motorizzato 2.8 Diesel dal quale provengono gli assali).
Mentre per il posteriore non ci sono problemi se non per il differenziale robusto ma di vecchia concezione, all'anteriore si è vista la necessità di sostituirlo con un Bloccabile ARB (al momento scelta obbligatoria, sia per la disponibilità di bloccabili sul mercato per la Nissan, sia per sfruttare l'impianto che muoveva i blocchi australiani sulla mia macchina).
A questo punto anche i semiassi e giunti originali sono stati sostituiti con gli americani RCV forniti da Acerni come importatore ufficiale.
In questo modo il ponte è virtualmente indistruttibile anche con le 9.00 CROSS.
I mozzi a ruota libera anteriori sono stati sostituiti dalle flange veramente eccellenti prodotte da Arkadia:
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Magnifiche!
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