È una piacevole mattinata di novembre quando con l'amico Paolo lasciamo il sempre fascinoso Hotel Gourara di Timimoun.
Con i nostri fidi Defender abbiamo già esplorato i dintorni: ci siamo spinti a sud in direzione di Adrar trovando alcuni impegnativi cordoni di dune con i quali ci siamo cimentati.
L'anno scorso invece abbiamo visitato la zona più a ovest dell'Erg compiendo una divertente traversata in fuori pista da Taghit a Beni-Abbes.
Quest'anno vogliamo privilegiare un'altra zona dell'erg occidentale, quella posta nel triangolo fra Timimoun, El-Menea e Ghardaia.
Il mitico hotel Gourara di Timimoun con vista sull'Erg Occidentale
Un antico deposito fortificato ai bordi dell'erg
Ci incamminiamo quindi alla volta di Zaouiet Debagh, sonnacchiosa oasi situata ai bordi dell'erg. Da qui si diparte una strada asfaltata di cui non si trova traccia sulla normale cartografia o sulle foto satellitari, che attraversa l'erg in direzione nord donando delle viste spettacolari sui suoi cordoni.
Raggiunti gli ultimi contrafforti dell'erg abbandoniamo l'asfalto, e procediamo per un centinaio di chilometri in fuoripista costeggiando l'erg in direzione Est fino a raggiungere il punto che abbiamo prescelto per iniziarne l'attraversamento. Si è così esaurita la prima giornata di traversata, e quindi scegliamo un bello spiazzo sabbioso per fare campo, uno di quelli che tanto ci mancano nelle brumose serate invernali della Val Padana.
Il tempo è perfetto, non un alito di vento. In cielo la luna è spenta e la via Lattea compare in tutta la magnificenza dei suoi miliardi di stelle. La notte trascorre tranquilla e l'alba ci trova pronti ad iniziare l'avventura.
Cominciamo a scavalcare i primi cordoni. La sabbia è abbastanza compatta e la luce radente del mattino aiuta ad individuare i passaggi fra le dune. Col passare delle ore però i cordoni diventano più importanti e il sole alto nel cielo appiattisce ogni prospettiva.
Dune dell'Erg Occidentale
Per cavarsi d'impaccio da qualche situazione un po' delicata, si rivela provvidenziale l'intervento dei gonfia sgonfia con cui sono equipaggiati i nostri Defender, per non parlare poi dei verricelli... Comunque, cordone dopo cordone, a fine giornata riusciamo a percorrere quasi 70 km dentro l'erg.
Qualche piccolo imprevisto
Fortunatamente domani dovremmo incontrare una pista petrolifera che abbiamo individuato sulle foto satellitari. E infatti la mattina successiva, dopo aver attraversato una nuova serie di cordoni, la nostra previsione puntualmente si avvera.
La pista è in ottime condizioni nella sua prima parte, grazie alla manutenzione fatta da due enormi bulldozer che, con nostro gran stupore, appaiono improvvisamente dietro una curva. Scopriremo poi che i caterpillar hanno anche ragguardevoli capacità fuoristradistiche, perchè ne individueremo le tracce in mezzo alle dune, con incredibili traiettorie che potrebbero far invidia a quelle di una moto da cross. Chi l'avrebbe mai detto!
Pista petrolifera in disuso
Come avevamo previsto, la pista ci accompagna fino alle porte di El Menea, risparmiandoci lo scavalcamento di una serie infinita di cordoni.
A El Menea rapido rifornimento di carburante e acqua e poi si riparte in fuoripista alla volta di Ghardaia, la capitale del M'Zab.
Il percorso è vario e interessante, visto che alterna piattoni duri e sassosi a distese sabbiose, e a divertenti saliscendi su e giù per canyon rocciosi.
Si viaggia nel letto di ampi ouadi frutto dell'erosione di un antico altopiano, un tempo abitati da numerosi pastori berberi che oggi però sono ridotti a un numero piuttosto esiguo.
Questa regione costituiva una tappa nell’avanzata della Legione Straniera in territorio algerino, databile attorno alla fine dell'800, contraddistinta dalla costruzione di una serie di fortificazioni di cui restano vestigia piuttosto ben conservate. Come ad esempio il bel Bordj Zirara, posto sulla sommità di un panettone da cui si domina la piana sottostante, e a cui si accede tramite una panoramica strada a spirale. O i più piccoli Bordj Hassi El Khoua, Bordj Hassi Saadana e Bordj Hassi El Hadadra, per non citarne che alcuni. Un tempo alcuni di questi fortini erano collegati da una pista ben visibile sulle carte ign francesi al 200.000, che nonostante le nostre ricerche non siamo però riusciti ad individuare, forse perché ormai inghiottita dal tempo.
Bordj Zirara
Bordj Hassi Saadana
Comunque, dopo un'altra giornata intensa e ricca di emozioni, ci regaliamo un ultimo campo trascorso in una scenica location alla gran canyon. L'indomani, complice anche qualche piccola noia meccanica, decidiamo che è il momento di raggiungere la destinazione della nostra traversata, Ghardaia.
Anche qui ci viene in aiuto una provvidenziale pista petrolifera che abbiamo scovato sulle foto satellitari, pista che si congiunge con l'asfalto che porta appunto a Ghardaia. Lì ci attende, dopo 5 giorni di traversata, la comoda stanza dell’hotel Belvedere e un'agognata doccia.
La vivace piazza del mercato a Ghardaia
Il resto del viaggio sulla via del ritorno è quasi una routine, anche se pur sempre piacevole, come l’imprescindibile visita alla piazza del mercato di Ghardaia. Ma il Mal d'Africa purtroppo non ci dà tregua: non siamo ancora arrivati a casa e già ci scopriamo a pensare alla prossima avventura nella magnifica terra d'Algeria…